Il coordinatore genitoriale al centro del dibattito nell’Assemblea annuale degli Osservatori sulla giustizia civile

"Equilibrio tra processo e autonomia privata".  E' il tema discusso a Reggio Emilia dall'8 al 10 giugno scorso nella XIII Assemblea nazionale degli Osservatori sulla giustizia civile. Sei gruppi di lavoro collegati dalla linea tracciata negli ultimi anni dagli Osservatori: esplorare il nostro sistema, approfondendo le risorse che ci provengono dai vari strumenti di ADR (Alternative Dispute Risolution), che le fonti europee raccomandano al fine di favorire la soluzione negoziale dei conflitti.
E' stata l’occasione per rilanciare la sfida di porre al centro del sistema le persone - non solo i professionisti del conflitto - rendendole protagoniste nella ricerca della soluzione delle vertenze fornendo loro strumenti adeguati ad affrontare questo compito.
Non a caso il "gruppo 5 - famiglia" ha dedicato una giornata di studio al coordinatore genitoriale (CO.GE), nuova figura già sperimentata nel sistema Usa (Parenting Coordination) e rivolta all’affiancamento delle coppie genitoriali ad alto livello di conflittualità, non mediabili, per aiutarle a riattivare la funzione genitoriale, nel rispetto e in attuazione dell’assetto di condizioni concordato o indicato dal tribunale per la gestione dei figli e ridurre iniziative giudiziarie in punto responsabilità genitoriale.
L’ingresso nel nostro ordinamento è recente, con pronunce di merito di vari tribunali che, attraverso il supporto delle linee guida tracciate dalla Association of Family and Conciliation Courts, ne stanno sperimentando sul campo l’operatività. Pur nel diverso atteggiarsi delle modalità di designazione, una sorta di  ultimo passo di prevenzione prima del rimedio estremo della pronuncia di limitazione o decadenza dalla responsabilità genitoriale (tra le altre: Tribunale di Civitavecchia, 20 maggio 2015, rel. Ciani; Trib. Milano, 29 luglio 2016, Presid. Cosmai).
Dal vivace dibattito dell'assemblea di Reggio Emilia, l’istituto del coordinatore genitoriale è emerso certamente come risorsa alternativa al processo per affrontare la crisi della famiglia.
Il ruolo richiede però una specifica formazione del CO.GE, con competenze nella gestione dei conflitti familiari, nella comprensione delle dinamiche evolutive ma anche in ambito giuridico.
E' demandato ad esso, infatti, il delicato compito di prevenire e contenere il contenzioso familiare, in un rapporto tra CO.GE, parti, avvocati e giudice, aperto allo scambio e alla collaborazione reciproca, a salvaguardia del valore della bigenitorialità.
L'assemblea ha  riconosciuto all'unanimità che si tratta di figura professionale con ruolo e funzioni proprie, che raggiunge la massima efficacia del suo contributo nel caso in cui vi sia piena adesione delle parti alla scelta della coordinazione genitoriale.
Non mancano però le criticità connnesse alle difficoltà di adattamento dell’istituto nel nostro sistema giuridico e di raccordo con l’indispensabile funzione giurisdizionale nel superiore interesse del minore.
È auspicabile, per il corretto inquadramento e funzionamento del CO.GE, che l’avvocato familiarista si renda il miglior promotore della interazione professionale e culturale tra avvocato e coordinatore genitoriale.
L’APF, che era presente all’Assemblea di Reggio Emilia, con la partecipazione dell’avv. Fernanda Emanuela Rizzo di Milano, fattivamente impegnata in questo senso, a breve proporrà approfondimenti sul tema per incoraggiare il dibattito e condividere soluzioni e buone prassi.

 

Ok
Questo website usa solamente cookies tecnici per il suo funzionamento. Maggiori dettagli