Genitori troppo litigiosi? I figli sono affidati al Comune

Con sentenza dell’11 febbraio 2021, n. 1145, il Tribunale di Milano, nel dichiarare la separazione giudiziale tra i coniugi, ha disposto il collocamento paritario delle figlie presso entrambi i genitori ed il contestuale affidamento al Comune, incaricato di assumere le decisioni di maggior interesse relative alla loro istruzione, educazione, salute e residenza. 
Ad avviso del Collegio, l'accesa animosità tra i coniugi, entrambi dotati di buone risorse endogene, ma ritenuti portatori, all’esito della relazione peritale, di una fragilità emotiva che li rende incapaci di distinguere il piano della genitorialità da quello della crisi di coppia e di rispondere in maniera efficace ai bisogni delle figlie, ha rappresentato il presupposto per una limitazione della responsabilità genitoriale.
Com’è noto, infatti, in base all’art. 333 c.c.: “Quando la condotta di uno o di entrambi i genitori non è tale da dare luogo alla pronuncia di decadenza prevista dall'articolo 330, ma appare comunque pregiudizievole al figlio, il giudice, secondo le circostanze, può adottare i provvedimenti convenienti”.
Nella fattispecie, il regime di affidamento etero familiare è stato, dunque, considerato l’unica soluzione praticabile, al fine di scongiurare il rischio evolutivo delle figlie minori, pesantemente invischiate in una situazione di profondo conflitto, da lungo tempo insostenibile.

All’ente affidatario è stato, pertanto, demandato di svolgere un’attenta e marcata attività di monitoraggio dell’intero nucleo familiare, anche per tramite dei servizi sociali, con delega a vigilare sulla regolarità e serenità delle frequentazioni e ad avviare tutti gli interventi ritenuti opportuni per l’aiuto psicologico alla famiglia: sia in termini di percorsi psicoterapici individuali, sia in termini di supporto mirato all’implementazione delle capacità dei genitori.

L’amministrazione locale viene, dunque, considerata come una sorta di anello di congiunzione tra genitori, professionisti delle strutture socio-educative e organi giudiziari, nell’ottica di un complesso “lavoro di rete”.

La sentenza ha, in tal senso, imposto a carico dell’amministrazione l’obbligo di riferire periodicamente al Giudice tutelare sull’andamento della vita familiare e di segnalare immediatamente alla Procura della Repubblica presso il Tribunale dei Minori eventuali situazioni di grave pregiudizio per le minori.

Il provvedimento ha, infine, prescritto ad entrambi i genitori di attenersi alle statuizioni del Tribunale, prestando agli operatori la massima collaborazione, avvisandoli che, in caso di mancata fattiva collaborazione, potranno essere assunti ulteriori provvedimenti limitativi della responsabilità genitoriale.

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