Elevata conflittualità genitoriale e rapporti genitori-figli tra PAS, diritto e ADR

19 LUGLIO 2021 | Numero speciale PAS

A cura di Gaudenzia Brunello e Massimo Osler

In questo numero speciale abbiamo raccolto, utilizzando il nostro consueto approccio multidisciplinare, una serie di riflessioni e di punti di vista in ordine al tema dell’alienazione parentale, sollecitati anche da recenti pronunce della Corte di legittimità. Alcune sono state pubblicate proprio durante la stesura di questo numero e ci hanno, quindi, confermato l’attualità del dibattito su questa questione, che investe l’effettiva tutela del diritto del minore alla bigenitorialità.

Il presente numero monografico si articola in nove contributi: la prima scheda, dopo aver ripercorso i passaggi fondamentali e le diatribe, ancora non risolte, della comunità scientifica per giungere ad una definizione condivisa di alienazione genitoriale, ci aiuta a distinguere le attività e le strategie dirette e indirette che rappresentano vere e proprie modalità alienanti.

Tali discussioni sul fenomeno dell’alienazione parentale si rinvengono anche nelle pronunce della Corte di Cassazione, che sono state analizzate nella seconda e nella terza scheda.

Gli strumenti per contrastare tale fenomeno possono essere individuati, come analizzato nella quarta scheda, soprattutto attraverso l’utilizzo di misure coercitive indirette, essendo oramai condivisa l’opinione che l’esecuzione coattiva dei provvedimenti riguardanti i figli sia impossibile o, quantomeno, certamente pregiudizievole. Sotto il medesimo profilo, si può collocare anche il ricorso alla tutela penale, in quanto, come analizzato nella quinta scheda, condotte di volontaria estromissione di un genitore nei confronti dell’altro nella vita dei figli minori possono costituire, a seconda del grado di compromissione del bene giuridico tutelato, una serie di autonome fattispecie di reato.

Dal punto di vista della giurisprudenza di merito, la sesta scheda propone una riflessione su due recenti pronunce che, al di là delle qualificazioni del fenomeno, sono intervenute con pragmatici strumenti di contrasto nei confronti di condotte ostacolanti la libera frequentazione del figlio da parte dell’altro genitore.

Se, al contrario, è il genitore che non vuol vedere il figlio, la questione si complica ulteriormente, come analizzato nella settima scheda, in quanto non si può qualificare il dovere di visita del genitore non convivente alla stregua di un vero e proprio obbligo coercibile. L’esecuzione coattiva costituirebbe, infatti, una violazione del superiore interesse del minore, inteso come crescita ispirata a canoni di equilibrio ed adeguatezza.

Infine, ci è parso opportuno concludere il nostro numero con due schede, la ottava e la nona, dedicate all’istituto della coordinazione genitoriale, con l’intento, da un lato, di precisare il ruolo e le modalità di intervento di tale professionista e, dall’altro, di illustrare come il modello di coordinazione genitoriale viene accolto dai Tribunali Italiani a supporto della bigenitorialità.

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